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Autore: Alba. E’ un cibo antico del tempo in cui, dopo la lunga stagione, i parchi resti della madia finivano per sposarsi in un tripudio di odori, sapori e colori con le primizie della primavera entrante. La virtù della sapiente donna di casa della provincia povera e contadina sapeva approntare piatti ricchi. Questo minestrone, seguendo il virtuoso costume di non buttare via niente (così in disuso nella nostra società consumistica!), deriva dal dar fondo ai rimasugli alimentari prima dell’inizio del raccolto. Il maggio trionfante di verde e di speranza conferiva a questo cibo i caratteri di un rito antico capace di rinsaldare, attraverso lo scambio reciproco, vincoli di amicizia. Un rito culinario che nella scadenza calendariale contadina cadeva il Primo maggio di ogni anno. Su questo piatto convergono moltissime valenze simboliche che si incontrano con le altre feste di maggio, ed antichi rapporti dell’uomo con l’ambiente si manifestano in questa usanza ancora viva nel teramano. LE VIRTU’ IN RICETTA Ingredienti: legumi secchi: fagioli, ceci, lenticchie, fave, cicerchie; legumi freschi: piselli e fave; cereali secchi: grano, orzo, farro; verdure di varia qualità: carote, bietole, indivia, scarola, lattuga, cavolo, rape, patate, spinaci; aglio, cipolla, aneto, maggiorana, salvia, sedano, prezzemolo, finocchietto selvatico, mentuccia; un pizzico di noce moscata, un chiodo di garofano; pezzetti di carne mista, pezzetti di prosciutto e di lardo; rimasugli di pasta mista. Salsa di pomodoro. Formaggio pecorino grattugiato, sale, pepe e olio extra vergine di oliva. Preparazione: la sera prima si mettono in ammollo i legumi ed i cereali secchi. In acqua abbondante ed in pentole separate si mettono a lessare i legumi ed i cereali. Pulire, lavare e tagliare a pezzetti le verdure fresche, lessare in acqua, aggiungere fave e piselli freschi. A parte, far rosolare in una grande pentola ( che servirà per raccogliere alla fine tutte le “virtù”) la cipolla con l’aglio, l’olio e tutti gli altri “odori” insieme ai pezzeti di carne, al prosciutto e al lardo, a metà cottura aggiungere qualche cucchiaio di pomodoro; infine, quando la carne è cotta, unire le verdure, tutti i legumi e i cereali cotti, fare bollire ancora per un po’. Intanto, in abbondante acqua lessare tutti i rimasugli di pasta corta e spezzettata, se si vuole, si può aggiungere, poi, anche della pasta all’uovo fatta in casa, sempre spezzata. Unire la pasta, lessata al dente, a tutto il resto, fare bollire ancora per un minuto e servire aggiungendo un filo di olio buono ed una grattugiata di pecorino. Come è antica e bella usanza, “le virtù” vengono preparate in grande abbondanza (e non potrebbe essere diversamente, visto il gran numero di ingredienti!) per essere distribuite (porta bene!) a vicini, bisognosi, parenti ed amici. Un “cuppino” (mestolo) di virtù non si nega a nessuno.

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